L’articolo è stato sottoposto a review ed è stato accettato per la pubblicazione nel prossimo numero di Interactive Entertainment Law Review, previsto per il mese di maggio.

L’articolo analizza quelle che gli autori chiamano “systemic fallacies”” del quadro legislativo e normativo italiano e discute il potenziale impatto negativo sullo sviluppo dell’industria dell’esport italiano. Esplora la possibilità che tali carenze possano disincentivare, data l’esposizione al rischio che generano per le imprese, un consistente investimento di capitali e know-how stranieri negli esports italiani, mettendo anche in discussione la legalità e la sostenibilità a lungo termine del modello di federazione “quasi sportiva” accolto largamente in Italia dalle comunità, alla luce del caso Blizzard-KeSpa (Corea del Sud) – che ci ricorda che negli esports, a differenza che negli sport tradizionali, sono da tenere in considerazione i diritti di proprietà intellettuale sui videogiochi giocati nei tornei. L’articolo esamina poi le esperienze nelle giurisdizioni straniere con una prospettiva comparatistica, al fine di delineare provvisoriamente le possibili soluzioni per risolvere le attuali “systemic fallacies”.